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Playa de Corralejo (Fuerteventura)
Non mi sarei aspettata di tornare in vacanza a Fuerteventura con mio figlio piccolo, dopo bellissimi ricordi di un po’ di anni fa di una settimana in coppia, un po’ ferie relax, un po’ viaggio on the road, sulle sue strade deserte che in piccolo ricordano vagamente quelle del lontano ovest americano.
Fuerteventura è per eccellenza l’isola dei surfisti, degli sportivi, della vacanza un po’ selvaggia tra le dune del deserto (Corralejo, a nord, e la Penisola di Jandia , all’estremo sud dell’isola) e le spiagge da fuoristrada. L’isola canaria un po’ “anomala”, meno addomesticata al turismo di massa, sferzata o spazzata (a seconda dei momenti e delle stagioni) dai forti venti dell’Atlantico, priva di vegetazione, una lunga distesa di rocce laviche e sabbia dorata che si tuffano nell’oceano turchese. Avevo amato tantissimo “Fuerte”, meno dolce ed accogliente delle sue vicine dal punto di vista climatico, ma capace di regalarti bellissime sensazioni di libertà che non avevo dimenticato.
Sulla carta Fuerteventura è senza dubbio una meta meno “family friendly” rispetto, ad esempio, al sud Tenerife che, col suo clima mite e protetto dalle perturbazioni praticamente tutto l’anno, durante i mesi invernali diventa una meta ambitissima da piccoli, grandi ed anziani, proprio per il microclima invidiabile durante l’inverno europeo e, soprattutto, anche grazie alle poche ore di volo che la separano dal continente.
Ma quest’anno le carte hanno voluto così. Praticamente fully booked Tenerife, con noi incerti fino all’ultimo momento sulla possibilità di far viaggiare il Patato in aereo, i pochi posti rimasti a prezzi poco invitanti, è spuntata dal cilindro dell’agenzia di viaggi un super last-minute per Fuerte, partenza dopo quattro giorni, villaggio all inclusive a misura di famiglia, proprio sulla spiaggia di Corralejo. E la tentazione è stata troppo forte.
Per noi è andata benissimo, se non fosse per un paio di giorni pesantemente disturbati dalle condizioni climatiche avverse, per fortuna dopo una settimana di sole praticamente ininterrotto, che mi hanno fatto finalmente capire il concetto di “perturbazione atlantica” che tanto spesso tiene banco nelle previsioni meteo. Tra l’altro fa un discreto effetto veder diluviare nel deserto, ne avrei pure fatto volentieri a meno, ma che ci volete fare, è sempre un’esperienza.
Dal punto di vista pratico, se qualcuno fosse tentato, ricordarsi un abbigliamento “a strati”, le temperature medie diurne si aggirano sui 20°C, il vento è pressoché costante, con qualche rara pausa che ti fa ricordare che il sole, da quelle parti, è proprio quello dei tropici. Quindi sono d’obbligo felpe e giacche sportive, cappellini e occhiali da sole (anche per i più piccoli, visto che la combinazione sole e vento forte può essere irritante per gli occhi delicati dei bambini) e naturalmente una buona crema solare da spalmare generosamente anche in caso di cielo nuvoloso.
Hasta luego, Fuerteventura!